Il 27 gennaio 2021 Banca d’Italia ha pubblicato una interessante nota curata dal titolo “Fallimenti d’impresa in epoca Covid” nella quale fornisce una stima della relazione tra fallimenti e ciclo economico, descrivendo l’andamento dei fallimenti nell’anno 2020 e la sua possibile evoluzione nel prossimo futuro, con i connessi rischi di congestione dei tribunali. Nel 2020 il numero di fallimenti è diminuito di circa un terzo rispetto al 2019. Secondo gli autori questo dato è essenzialmente a due fattori: a) l’entrata in vigore della moratoria sui fallimenti e il rallentamento dei tribunali in conseguenza delle misure di contenimento della pandemia; b) il fatto che alcune delle imprese, già in difficoltà prima della pandemia potrebbero essere sopravvissute grazie alle misure di sostegno economico. Tuttavia qualora le difficoltà di tali imprese abbiano natura strutturale è possibile che si tratti solo di fallimenti rimandati. Infatti, prosegue la nota “la forte contrazione del PIL registrata nel 2020 porterà a un aumento di circa 2.800 fallimenti entro il 2022. A questi potrebbero aggiungersi altri 3.700 fallimenti «mancanti» del 2020 che non si sono realizzati per gli effetti temporanei della moratoria e delle misure di sostegno. Tali previsioni vanno interpretate con cautela: da un lato, potrebbero essere sottostimate, nella misura in cui la caduta eccezionale del PIL comporterà un aumento maggiore di fallimenti rispetto a quanto stimato da precedenti fasi recessive; dall'altro lato, potrebbero essere sovrastimate se le misure di sostegno adottate e l'intensità della ripresa economica saranno capaci di aiutare le imprese a fronteggiare la difficile fase congiunturale”. Per approfondimenti: http://www.froglabdev.it/crisi/pdf/nota-fallimenti-dimpresa-in-epoca-covid/